Dei versi di Francesca Ruth Brandes ( vedi note biografiche ) amo il nitore capace di una tagliente precisione fatta di dolente sincerità e attenta selezione linguistica, ma al tempo stesso di accenti intensi e talora dolcissimi di autentico "Trasporto", non a caso titolo della più recente raccolta, pubblicata nel 2009 da Lieto Colle (editore di nicchia ben noto agli amanti della poesia per i suoi "libriccini da collezione", come lui stesso ama definirli). "Trasportare, trasportarsi, migrare." scrive l'autrice al termine della raccolta "Con il corpo, alla ricerca della terra, o comunque di un luogo in cui mettere radici. Con la testa, in quell'impercettibile sfasatura che chiamiamo indagine sul senso delle cose". Questa "legenda", acuta e penetrante, bruciante come una confessione, la riporta per intero Giuseppe Panella in una brillante recensione ( leggi ) della quale mi piace citare la conclusione: "Trovare le proprie radici e condurle con sé in fuga verso una nuova dimensione vitale rappresenta la condizione della scrittura felice. Trasporto nasce sotto il segno di questa aspirazione bigger than life: viaggiare fuggire sognare forse..."
VIAGGI
Che il trasporto
metta nei nervi il calore
rollare secco
che faccia leggeri
il piacere e l'azzardo
l'umile fatto
sospetto veleno
amaro
verde campo
ora si fa scura la terra
all'allungare delle ombre
VIAGGI
Che il trasporto
metta nei nervi il calore
rollare secco
che faccia leggeri
il piacere e l'azzardo
l'umile fatto
sospetto veleno
amaro
verde campo
ora si fa scura la terra
all'allungare delle ombre
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